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Spotify, Deezer & Co: musica per single?

Ho un abbonamento Premium+ a Deezer ormai da più di un anno e posso quindi trarre qualche conclusione sensata sui nuovi servizi musicali in streaming/finto-download (e spiegherò il perché di questa definizione).
I servizi proposti dai principali competitor in questo mercato sono proposti a prezzi sostanzialmente livellati sui 9,90 euro al mese per usufruire del pacchetto completo, che comprende, oltre all’ascolto da pc, anche la possibilità di utilizzare le apposite app per i dispositivi mobili. Inoltre, almeno nel caso di Deezer, è possibile utilizzare fino a tre dispositivi distinti in relazione ad un unico account. In pratica, oltre al pc, è possibile collegare al proprio account anche uno smartphone ed un tablet trovando sempre le proprie playlist sincronizzate. E qui cominciano i guai, o meglio, le fastidiose limitazioni. Partendo dal presupposto che circa dieci euro al mese per ascoltare musica non sono pochi se pensiamo che un pacchetto base alla pay-TV di Sky costa circa 19 euro, utilizzando Deezer o Spotify ci accorgeremo molto presto che questi circa 10 euro per il nostro pacchetto premium di musica sono sostanziamnente, individuali. Mi spiego: avere la possibilità di collegare all’account, e quindi alle varie playlist ed ai propri album preferiti, tre dispositivi, può lasciar credere all’utilizzatore di poter fare del proprio abbonamento musicale, regolarmente pagato e quindi assolutamente privo di ogni connotazione “pirata”, una sorta di utilizzo familiare. Nel mio caso in casa siamo in tre, quindi viene davvero facile installare le app sui rispettivi smartphone e/o tablet, pensando di poter finalmente ascoltare la propria musica a piacimento senza operazioni di download illegali.
Ed ecco che l’entusiasmo iniziale cessa e subentra un certo nervosismo. Infatti, scopriamo che l’utilizzo di Deezer è concesso esclusivamente su un dispositivo per volta! Se qualcuno in famiglia sta ascoltando musica ed un’altra persona cerca di accedere dal suo dispositivo, ecco che l’attentissimo Deezer subito se ne accorge e blocca il sistema con un messaggio di errore. La prima reazione puà essere di indulgenza: “basta mettersi d’accordo sugli orari”. Ma cosa c’è di più personale, istintivo e urgente per un appassionato di musica che poter accedere ai brani preferiti proprio nel momento che più gli aggrada?
E quindi i conti son fatti: se una famiglia vuole optare per un servizio legale come Deezer, ad un prezzo che “sarebbe” onesto solo se tutti i suoi membri potessero veramente usufruirne, nella pratica non può farlo! In pratica, per potersi affrancar totalmente da qualsiasi tentazione “piratesca”, bisognerebbe mettere in conto, per 3 persone, circa 30 euro mensili di abbonamento! E ricordiamo il paragone con Sky…
La cifra è veramente eccessiva e questa incongruenza testimonia che il settore dei nuovi servizi in streaming è ancora acerbo ed alla ricerca di una propria identità. Non dimentichiamo nemmeno il fatto che la cosiddetta “sincronizzazione”, ossia il download delle proprie playlist su un certo dispositivo, è assolutamente provvisoria e virtuale. Deezer permette lo scaricamento dei brani al solo scopo di poter superare senza interruzioni i momenti di assenza di connessione. Nel momento in cui decidessimo di interrompere l’abbonamento, tutta la nostra attività di ricerca, catalogazione e tutti i brani scaricati svanirebbero nel nulla!
Di tutte le limitazioni esposte, trattandosi appunto di un “abbonamento ad un servizio” e non di un acquisto, quest’ultima appare come la più tollerabile o per lo meno comprensibile. Ma il fatto di essere continuamente interrotti durante l’ascolto, solo perchè tua figlia sta già ascoltando musica, beh, è veramente troppo in rapporto al costo! E così si comincia a ripensare a quella parolina che si sperava dimenticata: torrent.

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