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Epoca di scelte

Una regione turistica?

Una regione turistica?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È chiaro ed evidente che la tegola del sequestro giudiziario di Tirreno Power a Vado Ligure è caduta nel momento più difficile. La crisi morde fortissimo, la disoccupazione incombe come un incubo su gran parte della società e la sorte di quei lavoratori è appesa a un filo. È anche vero, tuttavia, che insistere a produrre energia col carbone in una regione come la Liguria appare davvero anacronistico. I dati epidemiologici su cui si basano le motivazioni del sequestro fanno tremare i polsi. Questa dovrebbe essere l’epoca delle grandi decisioni, della presa di responsabilità da parte di una classe politica cresciuta e prosperata in tempi di vacche grasse. Per questo è tutto più difficile. Una regione che potrebbe vivere in pratica solo di turismo, di tradizioni e artigianato, di storia e di cultura, di mare e di outdoor, dovrebbe trovare, anche da vicende come questa, il coraggio e lo stimolo per sciogliere finalmente i lacci delle rendite di posizione, dei piccoli e grandi interessi pubblici e privati che paralizzano e scoraggiano le iniziative di giovani imprenditori con progetti innovativi. La Liguria piegata dalla crisi dovrebbe finalmente diventare ospitale, meno truffaldina nella relazione col turista. Ogni iniziativa, ogni idea, si scontra oggi con una legislazione asfissiante, regolamenti assurdi, un regime fiscale ormai persecutorio. Da qui si dovrebbe ripartire: liberare le energie, permettere alle persone di inventare nuove attività con poca burocrazia e sulla base di un regime fiscale che prenda atto delle condizioni dell’oggi. È difficile, ma la vicenda Tirreno Power dovrebbe aprire gli occhi a tutti.
Potrà questa foto, tra qualche anno, testimoniare qualcosa che non c’è più e che ha dato inizio al nuovo?

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