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Battisti, l’altro

La copertina del libro di Andrea Podestà, con un CD all’interno

Oggi vi voglio parlare del libro di Andrea Podestà dal titolo Battisti, l’altro, un testo fondamentale per conoscere e riconoscere il profondo valore artistico, musicale e letterario dei cosiddetti dischi bianchi di Lucio Battisti.

Era l’autunno dell’anno scorso, 2023. Da qualche tempo mi ero affacciato su un gruppo Facebook veramente particolare, intitolato Lucio Battisti, i bianchi, gli altri eccetera di Andrea Pecis, subito dopo aver acquistato, con un notevole colpo di fortuna, l’intera serie dei dischi bianchi di Lucio Battisti, più E Già, in versione CD, gironzolando tra le bancarelle dell’enorme mercatino del vintage a cielo aperto Gran Balon di Torino. Seguendo un minimo il mercato collezionistico dei supporti musicali, ma senza una specifica conoscenza della situazione di quei particolari compact disc, intuii in quel momento che l’occasionale, facile disponibilità di quei cinque dischi con copertina bianca o quasi bianca (nel caso di Don Giovanni) che stavo nervosamente passandomi da una mano all’altra, non era per nulla scontata. Quei supporti, pensai, stavano letteralmente scomparendo dal mercato del nuovo e dell’usato e la casa discografica non aveva annunciato alcun programma di ristampa. Li acquistai tutti d’istinto, per un prezzo irrisorio, nuovi e immacolati e al rientro a casa mi iscrissi al gruppo Facebook citato sopra.

Non mi stavo rendendo conto che mi ero appena cacciato in un tunnel, dal quale ancora oggi non sono uscito: la (ri)scoperta di cinque perle clamorose della musica italiana, in cui si possono definire auree le proporzioni tra difficoltà d’accesso e bellezza.

Da quel momento, inoltre, successe tutta una serie di accadimenti apparentemente casuali che risvegliarono in me, prepotentemente, la passione per l’ascolto e la scoperta di nuova musica, ma di questo parlerò spero più avanti in un altro articolo.

I cosiddetti dischi bianchi di Lucio Battisti non si trovano sui servizi di streaming, ma solo su supporto fisico CD (usato), audiocassetta (usato) o vinile (usato/ristampa). Si possono ascoltare anche su Youtube:

DON GIOVANNI

L’APPARENZA

LA SPOSA OCCIDENTALE

COSA SUCCEDERA’ ALLA RAGAZZA

HEGEL

Pochi giorni dopo la mia passeggiata al Gran Balon, uscì il libro oggetto di questo articolo: Battisti, l’altro, di Andrea Podestà, mentre già si stagliava all’orizzonte l’incredibile evento, probabilmente insuperabile, organizzato a Pisa da Marco Masoni, La bellezza riunita, una pazzesca due giorni musical-cultural-letteraria  interamente dedicata allo studio e all’ascolto della musica bianca di Battisti. Inutile dire che ci andai e conobbi anche Marco Masoni e Alexandre Ciarla. Di quest’ultimo parlerò più avanti.

Ma torniamo al testo di Andrea Podestà. Solo un libro? No, per niente: al suo interno è compreso un bellissimo CD audio con 14 reinterpretazioni, estratte dal repertorio Battisti-Panella, suonate e cantate (in quest’ordine) da Marco Sabiu e Gabriele Graziani.
Il piccolo inconveniente di trovare il CD inserito nella copertina interna del libro in una semplice busta, senza una vera e propria copertina, è stato prontamente superato stampando l’intera grafica e utilizzando uno dei jewel case che avevo in casa. Il risultato è direi perfetto: ora il CD fa bella mostra di sè in coerente pendant con gli altri CD del Battisti bianco.

La copertina inventata del CD

Un coltellino svizzero

Leggo dal sito della casa editrice Squilibri:
Marco Sabiu e Gabriele Graziani, nel CD L’artista non ero più io, hanno rivisitato 14 canzoni di questo repertorio (i cinque dischi bianchi di Lucio Battisti, composti sui testi di Pasquale Panella, ndr) per ricrearne le atmosfere, gli slanci e le sorprendenti intuizioni sonore e letterarie, a conferma della vitalità dei cinque album “bianchi” che, a distanza di trent’anni, non finiscono di stupire.  Il loro è un ponte levatoio verso un altrove inesplorato, sospeso tra futurismo e surrealismo, dove colpisce soprattutto la forte connessione emotiva con le versioni originali dei brani scelti. Direttore d’orchestra con una predilezione speciale per il sinfonico che sposa l’elettronica, Sabiu ha riletto con grande personalità il mood anglosassone che pervade i cinque capitoli bianchi, aggiungendoci una forte esperienza tecnica in studio che si unisce alla sua indubbia qualità pianistica. A Graziani è toccato invece il non facile compito di rendere godibili testi che, considerati poco ‘cantabili’, nella sua voce acquistano nuove sfumature che conquistano l’ascoltatore. 

Non si può non essere d’accordo con questa impeccabile descrizione, ma da parte mia aggiungo che questo disco può rivelarsi un sorprendente portale d’accesso alle sonorità dei dischi bianchi, anche per gli ascoltatori che non sono riusciti ad abbattere il primo muro di sconcerto, passando a questo tipo di ascolto provenendo dal precedente repertorio battistiano, frutto della collaborazione di Lucio Battisti con l’autore di testi Mogol. Consiglio di inserire, più o meno “distrattamente”, una o più di queste canzoni nelle vostre playlist da viaggio o da trasferimenti di lavoro (l’intero CD è disponibile, a differenza dei dischi bianchi, su tutte le piattaforme streaming), come coltellino svizzero per avvicinare i vostri compagni di viaggio a quel tipo di viaggio musicale. Io ho provato e ho visto che può funzionare…

Non è mia intenzione dare qui un giudizio di valore sull’operazione musicale di Sabiu e Graziani: preferisco limitarmi ad un sobrio “a me è piaciuto” e invitare il lettore all’ascolto. Non mi astengo, al contrario, dal formulare un giudizio tecnico sulla qualità della registrazione: molto, molto buono. La ripresa audio contenuta nel CD L’artista non ero più io è molto dettagliata, gode di un’estesa risposta in frequenza, buona dinamica. Sì, anche l’audiofilo può fare bella figura inserendo il disco nel lettore.

Un testo fondamentale per capire Battisti-Panella

Potrei elencare qui tutte le appassionanti argomentazioni di Andrea Podestà intorno ai testi che Pasquale Panella ha scritto per le musiche di Battisti: una serie di strumenti indispensabili per interpretare la polisemia pannelliana ed approfondire soprattutto il contesto d’intenti concertato dai due autori attorno alle loro creature musicali. Voglio però spoilerare il meno possibile e lasciare integro al lettore questo viaggio letterario-musicale. Letterario, certo, perchè molto opportunamente Podestà non si tira indietro dall’illustrare figure retoriche e stili narrativi apparentemente ostici, che possono essere affrontati con un certo agio da chi è abituato, per passione o formazione, a grattare sotto la superficie per conquistarsi il risultato. Per risultato, intendo la comprensione, totale o molto più probabilmente parziale, dei testi pannelliani: un risultato che però sarà comunque personale, fragile e provvisorio, perchè vi renderete conto che, ad ogni ascolto dei brani, scoprirete via via nuove strade interpretative…
Molto interessante è la dissertazione su (presunto) ermetismo, oscurità e difficoltà dei testi, a mio parere il vero core di questo libro.

Credo che il testo di Andrea Podestà vada a collocarsi con meritato slancio accanto a quelli che ormai sono considerati dagli appassionati dell’ultimo periodo artistico di Battisti come bibbie irrinunciabili.
Parlo naturalmente del libro di Alexandre Ciarla Battisti – Panella: da Don Giovanni a Hegel: Analisi e spiegazione di tutte le canzoni e di quello di Francesco Patrizi Lo spleen di Lucio. Guida all’ascolto dei dischi bianchi di Lucio Battisti e Pasquale Panella.

Chiudo la mia recensione, che è anche un convinto invito alla lettura, col citare l’imperdibile intervista, contenuta nella parte finale del libro, a Robin Smith, arrangiatore, compositore e produttore inglese che compare a vario titolo nei crediti degli album bianchi.
Ecco un minuscolo estratto, per il quale chiedo venia all’autore:


Podestà:

Lei è stato anche arrangiatore dell’album L’apparenza: mi colpisce che Battisti abbia accettato le sue orchestrazioni visto l’amore che egli aveva per l’elettronica


Smith:

Lavorare a L’apparenza per me è stata un’esperienza straordinaria…Penso che si fidasse a tal punto di me da accettare il coinvolgimento dell’orchestra; sapeva solo che l’orchestra avrebbe fatto parte del nostro viaggio e ha amato moltissimo la cosa.

Che dire di più? L’apparenza è forse l’album che più mi ha colpito dell’intera produzione bianca. Ma colpito è poco: direi più folgorato! Su un brano contenuto in questo album straordinario, Dalle prime battute, mi sono temerariamente sbilanciato proponendo una mia interpretazione testual-musicale.

L’imperdibile evento di Genova del 27 giugno 2024

Ricordo al lettore che giovedì 27 giugno 2024 si terrà a Genova,presso il Teatro del Chiostro di Vico Dritto Ponticello, la presentazione in terra ligure del libro di Andrea Podestà. Per l’occasione l’autore è riuscito ad organizzare un evento coi fiocchi. La presentazione si trasformerà in una ghiotta occasione d’ascolto grazie al concerto di Marco Sabiu e Gabriele Graziani e sarà arricchita da un approfondimento del contesto musicale e letterario presentato. Io, ovviamente, ci sarò!

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